• Altidona

    Ritrovamenti archeologici datano la nascita di Altidona a 150.000 anni fa, nonché la presenza greca e romana nel tempo.
    Il nome ha origini incerte: opinione diffusa è che derivi da "altum dunum", monte alto, anche se il borgo sorge su una dolce collina e "dunum" è un raro termine di francese antico. Una tesi recente suggerisce un apparentamento con Lapedona, dal momento che i due centri sorgono su importanti percorsi pedonali medievali. Così avrebbero origine (il) la Pedona, oggi Lapedona, e l'altra Pedona, da cui Alte(ra Pe)dona, poi Altidona. Infine, una teoria romantica dà nel toponimo un'etimologia latino-medievale da "Alta Domina", alta donna.
    Nell'Alto Medioevo Altidona è a fasi alterne sotto il dominio di Fermo e dei monaci cassinesi, e viene edificato il castello di San Biagio in Barbolano, ora distrutto. Dopo il XII sec., sulla collina, intorno alla parrocchia di S. Maria e S. Ciriaco, sorge un nuovo castello, le cui mura sono ristrutturate e visitabili.
    Nell’abitato medievale, percorso da suggestivi vicoli, si erge la chiesa di Santa Maria e il suo imponente campanile: la settecentesca canonica ospita la Madonna con Santi, polittico del Cortese (1390). Da non perdere: il Belvedere, torre d’avvistamento affacciata sulla Val d’Aso; la Madonna col Bambino, santi e donatore, tavola attribuita al Pagani, nella chiesa parrocchiale; Villa Montana e Cisterna romana, nell’antica contrada di Barbolano; la Fototeca provinciale storica.
    Curiosità: sin dall'Impero Romano Altidona è paese di fornaciai; nel XIX sec. questa attività si diffonde in maniera consistente, grazie a Raffaele Bagalini, produttore laterizio che nel 1890 fonda una delle prime industrie di settore in Italia. La sua grande eredità di maestria e competenze è raccolta tra gli altri da Antonio Nepi, innovatore tecnologico degli Anni Trenta, e da Altidona si diffonde in tutto il mondo nei trent'anni seguenti. In onore di questi lavoratori, ogni luglio si festeggia la Festa dei Fornaciai.

    Scopri di più Tel: +39 0734 936353 valdaso@libero.it
  • Amandola

    La Città di Amandola è Bandiera Arancione per il centro storico caratteristico...

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    La Città di Amandola è Bandiera Arancione per il centro storico caratteristico e ben conservato, immerso in un contesto naturalistico di grande pregio. È considerata Regina dei Sibillini e porta Est di accesso al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con il suo Museo del Paesaggio offre l'opportunità di conoscere tutto ciò che caratterizza l'ambiente. Amandola, in cui vivere natura e cultura e recuperare il ritmo del tempo biologico.

    Manifestazioni e appuntamenti
    Carnevale dei Paniccià: il nome deriva da un epiteto medievale rivolto agli Amandolesi tintori di stoffe (panni). Tra le iniziative emerge la sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati per le vie della città.
    Diamanti a Tavola: festa del tartufo in tre edizioni durante l'anno.
    Diamanti a Tavola ed. nero pregiato (metà Marzo): vendita di tartufi direttamente dai cavatori, prodotti tipici locali, Palatuber con degustazioni di piatti a base di tartufo firmati da chef stellati.
    Diamanti a Tavola ed. del tartufo nero estivo (ultimo weekend di Luglio).
    Diamanti a Tavola tartufo ed. bianco pregiato (prima settimana di Novembre): manifestazione riservata ai cercatori, con degustazioni uniche a base di tartufo bianco pregiato dei Monti Sibillini e dei prodotti tipici locali.
    Le Vele di San Ruffino (fine Aprile): Manifestazione di vela. I quattro comuni che si affacciano sul lago di San Ruffino si sfidano con regatanti da ogni parte d'Italia.
    Festival del Gelato Artigianale (ultimo weekend di Luglio).
    Rievocazione storica delle Canestrelle (terza Domenica di Agosto): Centro della festa patronale, Beato Antonio di Amandola, molto sentita e partecipata. La rievocazione storica con processione in costume della civiltà contadina ricorda la tradizione dell'offerta del grano al Beato. Programma ricco di spettacoli turistici.

    Scopri di più Tel: +39 0736 840731 turismo.amandola@gmail.com
  • Campofilone

    Tra le colline di S. Benedetto del Tronto e Fermo, il paese domina la bassa Val d’Aso ed è uno splendido affresco naturale tra la campagna verde e il mare azzurro.
    Le vie e gli scorci raccontano vicende secolari di un insediamento romano prima e del dominio vescovile fermano poi.
    Al centro storico, racchiuso da solide mura che ne proteggono l’integrità e le bellezze di un tempo, si accede percorrendo un breve viale reso maestoso dai suoi pini secolari.
    Il borgo affusolato sorge lungo una via su cui si affacciano i principali edifici, alle cui spalle si apre un labirinto di vicoli, a tratti coperti da volte a botte e a crociera e che, di tanto in tanto, lasciano intravedere la bellezza del panorama che lo circonda: il calmo mare Adriatico, le dolci colline, fino ad arrivare alle vette imbiancate dei Sibillini.
    Passeggiando per le vie si sente ancora il profumo dell’antichissima tradizione culinaria: da sempre viene prodotta una specialità gastronomica di gran pregio, i “Maccheroncini di Campofilone”, sottilissimi fili di pasta all’uovo senza acqua, noti già dal 15° secolo, oggi apprezzati in tutto il mondo.

    Da visitare:
    Cuore del paese è piazza Umberto I. In Piazza Roma si affaccia l'abbazia di S. Bartolomeo con il Museo archeologico-liturgico e il suo orto-giardino racchiuso da mura medievali e da cui ammirare il panorama collinare circostante.
    Altre chiese: S. Maria Assunta (fraz. Ponte Nina), S. Patrizio e S. Maria d’Intignano (fuori le mura paesane).

    Eventi:
    17 marzo - St. Patrick festival (celtico)
    Primo fine settimana di agosto - “Sagra nazionale dei maccheroncini”: il paese si popola di stand dove assaggiare questa tipicità;
    14-16 agosto, fraz. Ponte Nina - “Festa del mare”: stand gastronomici a base di fritture e frutti di mare;
    17-18 agosto, Orto Abbaziale - “L’Orto Party”: festa della birra che anima il paese;
    Penultimo fine settimana di agosto, “Festival del peperoncino”: a cura della Pro Loco.

    Scopri di più Tel: +39 0734 932775 campofilone@ucvaldaso.it
  • Fermo

    Da sempre Fermo è accoglienza e cultura. Il suo impianto rinascimentale, da Piazza del Popolo passa per chiese, palazzi nobiliari, cortili, portali artistici. Offre una ricca Pinacoteca con tavole tardogotiche e l’Adorazione di Rubens; la Biblioteca vanta un pregevole patrimonio librario antico e la Sala del Mappamondo seicentesca. Da visitare anche: Cisterne Romane sotterranee, le più estese in assoluto; Cattedrale e Museo Diocesano con la casula di Becket; Palazzo Priori e museo piceno; Oratorio di Santa Monica con affreschi tardogotici; Palazzo Paccaroni e Musei Scientifici, l’ex Chiesa di San Filippo Neri, ora auditorium e sala mostre. Posto d’eccellenza al Teatro Comunale dell’Aquila, dai preziosi fondali e affreschi. Costruito nel Settecento, da sempre ospita lirica, sinfonia, prosa, richiamando grandi nomi internazionali. D’estate, Teatro all’aperto nell’ottocentesca Villa Vitali, progettato dell’architetto Manfredi. Altro punto di forza di Fermo è il paesaggio. Arroccata sul colle del Girfalco, terrazza panoramica naturale, la Città ha come quinte naturali il Mare Adriatico e i dolci paesaggi collinari, con strutture ricettive e sportive di ogni tipo, fino al Parco Nazionale dei Sibillini, i “monti azzurri” di Leopardi. Da Fermo infine sono possibili raffinati percorsi moda tra grandi outlet e preziose realtà artigiane, dove abbigliamento e accessori fanno tendenza.

    Da sempre Fermo è accoglienza e cultura.
    Il suo impianto rinascimentale, da Piazza del Popolo passa per chiese, palazzi nobiliari, cortili, portali artistici. Offre una ricca Pinacoteca con tavole tardogotiche e l’Adorazione di Rubens; la Biblioteca vanta un pregevole patrimonio librario antico e la Sala del Mappamondo seicentesca.
    Da visitare anche: Cisterne Romane sotterranee, le più estese in assoluto; Cattedrale e Museo Diocesano con la casula di Becket; Palazzo Priori e museo piceno; Oratorio di Santa Monica con affreschi tardogotici; Palazzo Paccaroni e Musei Scientifici, l’ex Chiesa di San Filippo Neri, ora auditorium e sala mostre. Posto d’eccellenza al Teatro Comunale dell’Aquila, dai preziosi fondali e affreschi. Costruito nel Settecento, da sempre ospita lirica, sinfonia, prosa, richiamando grandi nomi internazionali. D’estate, Teatro all’aperto nell’ottocentesca Villa Vitali, progettato dell’architetto Manfredi.
    Altro punto di forza di Fermo è il paesaggio.
    Arroccata sul colle del Girfalco, terrazza panoramica naturale, la Città ha come quinte naturali il Mare Adriatico e i dolci paesaggi collinari, con strutture ricettive e sportive di ogni tipo, fino al Parco Nazionale dei Sibillini, i “monti azzurri” di Leopardi.
    Da Fermo infine sono possibili raffinati percorsi moda tra grandi outlet e preziose realtà artigiane, dove abbigliamento e accessori fanno tendenza.

    Scopri di più Tel: +39 0734 343434 uff.turismo@comune.fermo.it
  • Lapedona

    Abitata sin dall’antichità da piceni e romani, Lapedona inizia a svilupparsi in epoca longobarda con la presenza dei benedettini, soprattutto dell’Abbazia di Farfa, e si accresce gradualmente l’autorità del vescovo di Fermo. In tutta la Marca Fermana sorgono pievi, corti e castelli feudali, tra cui i castelli di San Martino e di Saltareccio, citati nel Liber Jurium Episcopatus, o “Codice 1030”, il più antico dell’Archivio di Fermo.
    Non si hanno documenti certi sulla data di fondazione dell’attuale centro abitato, la prima menzione in un atto scritto risale al 1148 e cita il castello di Lapedona con la chiesa di S. Quirico (fuori le mura); la chiesa di S. Giacomo (oggi SS. Giacomo e Quirico) sarà costruita solo due secoli dopo.
    All'inizio del Duecento, Lapedona passa dalla dipendenza vescovile all'essere castello della città di Fermo e ne segue le alterne vicende.

    Chiese del centro storico:
    - chiesa dei Santi Giacomo e Quirico: XIV sec., ma rifatta quasi completamente un secolo fa, con opere pittoriche attribuite a Pietro Alemanno (XV sec.) e una statuetta lignea del Santo patrono;
    - chiesa di San Nicolò: XVII-XVIII sec., con pale attribuite a G. Ghezzi e F. Ricci, organo di scuola callidiana, ora sconsacrata e utilizzata per concerti di musica classica;
    - chiesa di San Lorenzo: fine XVIII secolo, con campanile (1732), cripta inagibile, organo di Gaetano Callido (1784) restaurato, Crocefisso ligneo di probabile origine bizantina, altari barocchi.

    Chiese fuori le mura:
    - chiesa di San Quirico: XII-XIV sec., romanica, in Borgo San Quirico;
    - chiesa di San Pietro: romanica, rimaneggiata nel XIX sec., all’ingresso del Cimitero;
    - chiesa della Madonna Manù: XI sec., SP35 direzione mare;
    - chiesa di Santa Maria degli Angeli o Ad Nivem, XV sec., in Borgo Castellano.

    All’interno delle mura si trovano: la scuola elementare, inizi XX sec.; il palazzo comunale, fine XVI sec.; fontana di piazza Giacomo Leopardi, 1900.

    Scopri di più Tel: +39 0734 93 63 21 lapedona@ucvaldaso.it
  • Monte Urano

    Monte Urano è una piacevole cittadina adagiata tra le verdi e riposanti colline marchigiane, a dieci minuti dal mare Adriatico ed a pochi Km. dai magici Monti Sibillini. Monte Urano, dopo la sua centenaria storia, che lo ha visto protagonista assieme ed unito alla città di Fermo, oggi è un piccolo paese che offre una realtà produttiva in continua espansione: numerosi sono i suoi spacci aziendali di calzature. Ottima gastronomia locale che ripercorre il tragitto della migliore cucina marchigiana. Da non dimenticare, i caratteristici scorci medievali del paese, tipici di ogni agglomerato urbano dell’entroterra marchigiano. Di particolare interesse la Chiesa di San Michele Arcangelo (1860 - 1877) su progetto degli Architetti Giovan Battista Carducci e Giuseppe Sacconi. Tra le manifestazioni culturali e turistiche spicca il “Mercatino della Calzatura dei produttori monturanesi”, tutti i venerdì di luglio ed i primi due venerdì di agosto nel centro storico del paese, la festa al parco fluviale il 25 aprile, e l’interessante cartellone culturale (cinema, teatro, musica) della stagione di spettacolo al cine teatro comunale Arlecchino.

    Scopri di più Tel: +39 0734 848723 cultura.monteurano@provincia.fm.it
  • Montefalcone Appennino

    Il paese si trova a 750m sul livello del mare, è un insieme coordinato di edifici in cotto ed in pietra, che si affacciano su vie tortuose, anguste e silenti che regalano scorci sempre vari ed ampie visioni sui Sibillini, sulla valle dell'Aso, sulle colline del Piceno. Si estende su un crinale roccioso su alte rupi calcaree, in una delle posizioni più ardite delle Marche.
    L'alta rupe sulla quale poggia il paese, si impone all'attenzione di chiunque per il suo aspetto spettacolare e anche per l'abbondanza dei fossili pliocenici in essa contenuti.
    Il bosco, occupa l'intera sommità del Monte (904 m.) e si estende, seguendo il corso di numerosi fossi, fino al fiume Tenna. Il territorio è estremamente ricco di sentieri naturalistici da percorrere sia a piedi che in mountain bike. In questo territorio, già Area Floristica Protetta della Regione Marche, è stata di recente istituita dalla Comunità Europea un’Area di Importanza Comunitaria (Natura 2000).
    II ritrovamento in località "Colle Luccio" di materiale laterizio e piccoli oggetti di culto pagano testimonia che sin dal periodo romano Montefalcone era abitato, fu possesso feudale dell'abbazia di Farfa ed è libero comune dal 1214.
    Da visitare è sicuramente il Museo Comunale dei Fossili e dei Minerali, a palazzo Felici, che conserva sia fossili locali che fossili da tutto il mondo e da tutte le ere. In una sala del Museo è inoltre esposto il prestigioso polittico di Pietro Alamanno “Madonna con Bambino” opera dipinta fra il 1475 ed il 1480.

    Scopri di più Tel: +39 0734 79111 comune@montefalcone.it
  • Monterubbiano

    Monterubbiano, nobile terra di origini antichissime, si erge sulla cima di una singolare collina, a 463m s.l.m.
    L'origine si perde tra le leggende dei primi abitatori del Piceno e ne fanno fede le frequenti tombe sparse e le piccole necropoli ritrovate, con oggetti raccolti nel Museo Civico Archeologico presso il Polo Culturale San Francesco, oggi sede anche della biblioteca, dell'auditorium, del centro di educazione ambientale e dell'orto botanico.
    Dopo la caduta dell'Impero Romano, Monterubbiano fu distrutto dai Goti e risorse lentamente attorno all'anno 1000, grazie ai Benedettini di Montecassiano e poi ai Monaci di Farfa. Nel XV secolo cadde sotto il dominio di Francesco Sforza, che ampliò, modificò e fortificò la cinta muriaria del 1200, per poi passare allo Stato Pontificio.
    Della cinta muraria originale e quella rivista da Sforza, si ammirano le maestose porte d'accesso, che sembrano racchiudere, come in uno scrigno prezioso, le chiese dell'Alto e del Basso medioevo: la Collegiata, con opere di Vincenzo Pagani, pittore nativo di Monterubbiano; la chiesa di Sant'Agostino, affrescata dall'artista Antonio Lanave; i monumenti rinascimentali, tra cui il Palazzo Calzecchi Onesti; i preziosi monumenti ottocenteschi come il Teatro Pagani, il Giardino Pubblico “G.Leopardi” e il Cimitero monumentale. Crebbero, in ogni tempo, a Monterubbiano, uomini illustri, grazie ai quali più volte il suo nome si sparse onorato per l'Italia e per il mondo: i compagni di San Francesco Matteo, Lucido e Giacomo, Vincenzo Pagani, celebre pittore, Benedetto Mircoli, medico rettore dell'Università di Camerino, Luca Galli, architetto; Temistocle Clazecchi Onesti, scienzato, Rosa Calzecchi Onesti, gran traduttrice di Omero e di Virgilio, che ha dato vita a nuovi canoni traduttivi omerici.
    Importante per Monterubbiano è la rievocazione storica di “Sciò la Pica”, che evoca la venuta picena nel territorio marchigiano, ed è tradizionalmente collocata nella domenica di Pentecoste.

    Scopri di più Tel: +39 0734 259980 monterubbiano@pec.ucvaldaso.it
  • Moresco

    Delle origini di Moresco si sa poco: di certo fu territorio di insediamenti romani; in età longobarda, qui sorsero centri fortificati monastici e feudali, di cui poi uno si affermò ed espanse.
    Anche il nome ha una genesi incerta: forse derivato dal nome proprio Morico o da una certa famiglia Mori, o ancora da "morro" o "morracine" (luogo sassoso). Infine dal termine mori, per indicare un abitato berbero o, viceversa, una fortezza per respingere gli assalti dei Saraceni.
    Le prime notizie del castello risalgono al 1083 e documenti risalenti al XII secolo testimoniano la reggenza di Tebaldo, conte di Moresco.
    Nel XIII secolo, dopo vicende alterne, il castello passa definitivamente sotto il dominio di Fermo, e vi resterà fino all’unità d’Italia.
    Libera dai vincoli feudali, Moresco diventa comune e resta tale, tranne l'arco di tempo dal 1868 al 1910 in cui diventa frazione di Monterubbiano.

    Monumenti:
    La caratteristica Torre eptagonale ghibellina (XII secolo), alta 25 metri, domina dall’alto la valle dell’Aso. Nata come torre di avvistamento e difesa, ha subito nel tempo profonde modifiche. Al suo interno ora c'è una scala per raggiungere la sommità, dalla quale godere lo stupendo paesaggio di colline, valli e dei paesi fermani.
    La Torre dell’orologio (XIV sec.) sovrasta la porta d’accesso al paese.
    Nel Cinquecento, al suo massimo splendore, Moresco si arricchisce di chiese, soprattutto extraurbane, e opere d’arte. Da vedere: la chiesa parrocchiale di San Lorenzo con tele del XVII e XVIII sec., la chiesa della Madonna dell’Olmo, con un grande affresco di Vincenzo Pagani, la ex chiesetta di Santa Sofia e la chiesa della Madonna della Salute.
    il centro storico a struttura ellissoidale, con le sue strette vie, la piazza triangolare con il portico, gli affreschi. Nel Palazzo comunale è conservata una grande pala d’altare, opera anch’essa del Pagani.

    Scopri di più Tel: +39 0734 259983 moresco@ucvaldaso.it
  • Petritoli

    Petritoli fu fondata da monaci farfensi nel X secolo con il nome di Castel Rodolfo. Passata sotto Transarico barone di Saltareccia, fu ceduta al vescovo di Fermo nel 1055. Dal 1198, si governò con propri statuti fino alla conquista, avvenuta nel 1250, di Federico II che la cedette a Fermo, alleata imperiale. Dopo alterne vicende, che videro assedi e distruzioni, alternati a periodi di relativa autonomia con periodi di sottomissione a Fermo, sotto Napoleone ebbe il titolo di Cantone, partecipando attivamente ai successivi moti risorgimentali.
    Il nome Petritoli deriverebbe dalla fusione dei tre castelli di Petrosa, Petrania, e Petrollavia, ma l’etimologia è controversa, in quanto tali nomi sono riferibili a tre borghi, e relative vie, costruiti fuori le mura del castello.

    Monumenti:
    Attraverso tre archi ogivali ottocenteschi, racchiusi entro due torrioni del XV secolo, si accede al paese antico.
    L’ex convento delle Clarisse, ora Palazzo Comunale, conserva in una sala dell’interno un coro ligneo del XVII secolo.
    La Torre civica, venne realizzata nell’ottocento sovrapponendo tre diverse piante: una basamento quadrato a bugnato, un soprastante corpo ottagonale e uno rotondo terminale coronato da cupolino, entrambi in muratura di mattoni. Nel corso principale è il novecentesco Palazzo Vitali, in stile gotico-veneziano. Accanto è il teatro dell’Iride (1873–77), costruito su disegno di Giuseppe Sabbatini.
    Fuori dal centro storico, si trova l’ex convento dei Minori Osservanti, ora adibito a poliambulatorio, l’annessa chiesa, con soffitto settecentesco a cassettoni ottagonali istoriati con tempere a tuorlo d’uovo, conserva all’interno un organo del Callido.
    La frazione di Moregnano, Comune fino al 1869, è strutturato come un insediamento fortificato; mentre la frazione Valmir si trova lungo la strada statale 433 della Val d’Aso.

    Scopri di più Tel: +39 0734 658141 protocollo@petritoli.net
  • Porto San Giorgio

    Porto San Giorgio è situata sulla fascia costiera marchigiana. La sua economia si basa sul turismo balneare, sulle attività marittime e su una vivace attività commerciale e di servizi. Caratteristiche principali sono le numerose Ville Liberty e il porto turistico-peschereccio. Vince numerose Bandiere Blu nel corso degli anni. Riconoscimento della sua vocazione al turismo familiare sono la Bandiera verde, le “Vele” della Guida blu di Legambiente e Touring Club Italiano.

    Eventi e appuntamenti:
    Proloco in festa (primo fine settimana di luglio): appuntamento tradizionale dell’estate sangiorgese: la manifestazione promuove la conoscenza delle peculiarità enogastronomiche dei territori, attraverso la presenza delle Pro Loco delle Marche, delle altre Regioni d’Italia e di delegazioni straniere, che mettono in mostra i loro saperi e sapori negli stand.
    Magica notte (agosto): iniziativa estiva del territorio marchigiano interamente dedicata ai più piccoli. Due notti in cui tutto il paese si trasforma a dimensione di bambino.

    Scopri di più Tel: +39 0734 680256 ufficioturismo@comune-psg.org
  • Porto Sant’Elpidio

    La spiaggia tra le colline e il mare, Porto Sant’Elpidio è il secondo maggior centro della provincia di Fermo. Numerosi ritrovamenti attribuiscono le origini all’epoca picena. Nel 1250 Sant’Elpidio ottenne un proprio porto e crebbe grazie ai traffici commerciali sulla costa. Nel 1952 l’area marittima diventa comune autonomo col nome di Porto Sant’Elpidio. Un turismo balneare sostenibile e a misura di famiglia si affianca all’eccellenza nella produzione artigianale di scarpe da donna, di cui sono presenti sul territorio numerosi factory store. Da visitare Villa Baruchello, con uno dei parchi più belli d’Italia, e le numerose chiese tra le quali spicca il Santuario di Santa Maria dell’Addolorata, famoso per il miracolo della Corva.

    Scopri di più Tel: +39 0734 908263 pseturismo@elpinet.it
  • Sant’Elpidio a Mare

    A pochi chilometri dal mare si erge il borgo medievale di Sant'Elpidio a Mare, che racchiude tra i mattoni rossi piccoli tesori: chiese, palazzi, e la Pinacoteca Civica che ospita l'Incoronazione della Vergine di Vittore Crivelli. Il territorio comunale si estende poi tra zone urbane, industrie calzaturiere e outlet prestigiosi, dolci campagne dove è possibile visitare la Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti e l'Osservatorio Astronomico.

    Manifestazioni e appuntamenti
    “Una magia di colori, una tradizione viva, una suggestione unica.” (Touring Club Italia).
    La Contesa del Secchio è una delle più longeve rievocazioni d’Italia, prima nelle Marche, e si tiene a Sant’Elpidio a Mare la seconda domenica d’agosto di ogni anno dal 1953. Rievoca il torneo medievale del paese, in cui le contrade si sfidavano con una palla a centrare l’unico pozzo cittadino per avervi la priorità d’accesso per un anno. Oggi il corteo conta oltre mille personaggi in splendidi costumi ispirati minuziosamente ai dipinti dei Crivelli e altri maestri. Ha effettuato migliaia di repliche in Italia, oltre trenta nel mondo. La Contesa è anticipata da Città Medioevo, che dal 1992 si tiene a Sant’Elpidio a Mare il terzo weekend di luglio. Dal tramonto l’intero centro storico diventa palco per decine di spettacoli, figuranti in costume del tempo e taverne medievali.

    Scopri di più Tel: +39 0734 819 6407 ufficio.turistico@santelpidioamare.it